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Quando Google Translate proprio non ci azzecca

Abbiamo parlato del demone della traduzione automatica, sottolineando che per i traduttori non è un tabù, ma bensì un valido aiuto in casi disperati (la maggior parte delle volte quindi). È giusto ricordare, però, che spesso Google Translate non è la risposta a tutti i nostri mali, anzi! Ci sono casi in cui proprio non ce la fa…

Ecco alcuni esempi (molto divertenti):

Traduzione DECENTE:

Le ragazze che fanno festa non si fanno male / non sento niente, quando imparerò / butto giù, butto giù

Sono quella che chiami per far festa / il telefono sta per esplodere, mi suonano alla porta / sento l’amore, sento l’amore

1,2,3 1,2,3 bevi

Li butto giù, finché non perdo il conto

Ondeggerò dal lampadario, dal lampadario / vivrò come se domani non esistesse / come se non esistesse / volerò come un uccello attraverso la notte, sentirò le lacrime che si asciugano / ondeggerò dal lampadario, dal lampadario

Sto aspettando la vita migliore, non abbasserò lo sguardo non aprirò gli occhi / terrò il bicchiere pieno fino al mattino, perché sto solo tenendo duro per stanotte / aiutami, sto aspettando una vita migliore, non abbasserò lo sguardo non aprirò gli occhi / terrò il bicchiere pieno fino al mattino, perché sto solo tenendo duro per stanotte / oh, stanotte

Il sole è alto, sono un disastro / devo uscire adesso, devo scappare da questo / arriva la vergogna, arriva la vergogna

[…]

Traduzione DECENTE:

Oppa è lo stile di Gangnam / lo stile di Gangnam
Una ragazza che è calorosa e umana durante il giorno / una ragazza di classe che sa come godersi / la libertà di una tazza di caffè / una ragazza il cui cuore si riscalda / quando giunge la notte / una ragazza sorprendente
Io sono un ragazzo / un ragazzo che è caloroso come te durante il giorno / un ragazzo che manda giù il suo caffè / ancora prima che si raffreddi / un ragazzo il cui cuore scoppia / quando giunge la notte / proprio quel tipo di ragazzo
Bellissima, amabile
Sì tu, hey, sì proprio tu, hey
Adesso andiamo avanti fino alla fine
Donna sexy, Oppa è lo stile di Gangnam
Donna sexy…
Una ragazza che sembra tranquilla / ma ci va giù pesante quando gioca / una ragazza che lascia liberi i capelli al momento giusto / una ragazza che si copre ma / è più sexy di una ragazza che scopre tutto / una ragazza sensazionale come quella
Io sono un ragazzo / un ragazzo che sembra calmo ma / che ci va giù pesante quando gioca / un ragazzo che diventa completamente pazzo / quando arriva il momento giusto / un ragazzo che ha idee pulsanti piuttosto che muscoli / quel tipo di ragazzo […]
Più in alto dell’uomo che corre c’è l’uomo che vola / sono un uomo che sa una o due cose / più in alto dell’uomo che corre / c’è l’uomo che vola / sono un uomo che sa una o due cose / sai di cosa sto parlando

Traduzione DECENTE:

Festa rock! Sì! Woo!
Andiamo / la festa rock è qui in casa stanotte / tutti devono solo divertirsi / e vi faremo perdere la testa… / vogliamo solo vedervi… scuotere il sedere!
Nel club c’è una festa rock, guardo la tua ragazza / lei è sul mio “atleta” senza fermarsi / quando siamo sul posto / muove il suo sedere come se fosse nel suo quartiere / che musica! devo conoscerla / sono pieno di tatuaggi perché / io sono uno che fa rock n’ roll / mezzo bianco e mezzo nero / mi son preso i soldi fuori la porta
Sto correndo tra queste zappe come il drano / ho un corso da diavolo / ho in testa il rock n’ roll, non l’aureola / noi facciamo una festa rock, sì!
È la nostra squadra che sto rappresentando / in aumento, fino in cima / nessuna luce nel nostro zeppelin / la festa rock è qui in casa stanotte / tutti devono solo divertirsi / e vi faremo perdere la testa… / vogliamo solo vedervi… scuotere il sedere!
Ogni giorno cambio posizione / cambio posizione, cammino veloce / sii la prima ragazza a farmi buttare questi contanti
avremo soldi, non essere matta / non fermarti, odiare è un male / ancora uno shottino per noi, un altro giro / per favore riempi il mio bicchiere / non fare confusione, scuoteremo tutto adesso / ora tu vuoi essere…. sei nuda adesso! / in alto, alza le tue mani in cielo, la musica…

[…]

Un particolare ringraziamento al canale YouTube Scottecs del fumettista Sio

I traduttori non odiano la traduzione automatica. Anzi, la usano.

Nell’immaginario comune, i traduttori automatici sono i peggiori nemici dei traduttori umani. Si tende a credere che sia in corso una sorta di guerra uomo-macchina per impedire a qualsiasi strumento informatico di “rubare” il lavoro al traduttore umano.

Artificial intelligence and cybernetics

Ebbene, non è così.

Il traduttore si serve molto spesso della traduzione automatica e non ha paura di dirlo. È ormai diffusa, per esempio, l’attività definita come “Machine translation post-editing”, ossia la revisione (umana) di un testo tradotto automaticamente. In molti casi può diventare quasi una professione e questa attività permette naturalmente di abbassare i costi e di velocizzare il lavoro.

Ci credereste se qualcuno vi dicesse che a volte una traduzione automatica dà risultati migliori rispetto a una traduzione umana non professionale? Traduzione automatica in un sito multilingue

Il traduttore non si sente sminuito o minacciato dai traduttori automatici: per quanto gli strumenti e le tecnologie possano essere sofisticati, il traduttore sa benissimo che la traduzione non è un’attività che una macchina può svolgere da sola. Le diverse lingue non hanno corrispondenze esatte tra loro e una traduzione adeguata può avvenire solo attraverso un’attività complessa di mediazione e ragionamento “mentale”.

Un traduttore competente sa quando una traduzione automatica è accettabile o ha bisogno di revisioni. E, naturalmente, si diverte a leggere le traduzioni assurde che molto spesso ne risultano!! (Alcuni esempi in questo post: Quando google translate proprio non ci azzecca)

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Inoltre, un traduttore competente riesce a “collaborare” serenamente con i traduttori automatici perché sa come funzionano e sa come migliorarne i risultati: oltre al post-editing, esistono anche il pre-editing e la scrittura controllata. Si tratta di revisioni del testo di partenza che permettono di “controllare” le frasi e semplificarne la struttura in modo da migliorare la traduzione automatica. In sostanza: se un testo è scritto meglio e in modo più “semplice”, anche la traduzione automatica viene meglio. Anche queste attività richiedono competenze professionali.

Per saperne di più sulla scrittura controllata: Come usare la traduzione automatica e come scrivere e riscrivere i testi

Interprete vs Traduttore

11051608_10206097985037962_1221581719_nÈ un errore comune confondere gli interpreti con i traduttori. Ma per quanto entrambe le professioni abbiano la funzione di fare da ponte tra due culture, sono ben distinte e per molti aspetti opposte. La differenza principale sta nel mezzo impiegato per comunicare il messaggio: la traduzione lavora sul canale scritto, mentre l’interpretazione lavora sul canale orale. Questo implica approcci molto diversi al testo, tanto che si potrebbe affermare che quello che per un traduttore è un difetto, per un interprete è un pregio.

Di seguito elenchiamo le differenze principali:

VERBA VOLANT, SCRIPTA MANENT

latin_verba_volant_scripta_manent_sticker-p217642886000513036qjcl_400Le parole volano veloci, e un buon interprete è capace di volare alla stessa velocità. Egli traduce in tempo reale e in diretto contatto con chi produce il messaggio e con il destinatario, per questo il suo processore mentale lavora a una velocità tale che non può permettersi di dire tutto e deve riassumere, tralasciando inevitabilmente qualcosa del discorso. La sua preoccupazione principale è comunicare un messaggio da una lingua all’altra, e non ha tempo né spazio per soffermarsi sullo stile. Nel suo caso vale il principio del “buona la prima”. Non ha nessuna revisione, e anche se è consapevole che ci sarà sempre un modo migliore per dire qualcosa, il suo motto è: “il meglio è nemico del bene”.

Il traduttore al contrario è ben consapevole che quello che produce rimane in eterno e può essere fruito da qualunque lettore a distanza di tempo. Anche se spesso riceve incarichi urgenti, ha la possibilità (e il dovere) di allocare del tempo per ricercare la perfezione. Non può limitarsi a comunicare il messaggio, ma deve rispettare l’intenzione e lo stile dell’autore, usare la terminologia corretta e il registro adeguato, e poi produrre un testo tenendo conto dell’uso e dell’utente finale, oltre delle distanze linguistico-culturali del paese di destinazione.

TRASPARENZA

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L’interprete deve fisicamente scomparire. Spesso lo si nota solo quando sbaglia.

Il traduttore invece ha il diritto di farsi notare inserendo note e spiegazioni laddove lo ritenga necessario.

POKER FACE

Poker-face

Anche se dentro di sé si scatena il panico, l’interprete deve mantenere la calma e saper fingere di aver capito tutto.

Il traduttore invece non può essere sicuro di sé: deve farsi venire i dubbi anche dove non ne ha. È paranoico per professione.

LOOK

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L’interprete viaggia, ha sempre la valigia pronta per raggiungere conferenze e seminari disseminati nel mondo. È sempre a contatto con il cliente, per cui deve avere un aspetto curato.
I suoi ferri del mestiere sono: cuffie, microfono, tablet, ventiquattrore e antistress.

Il traduttore invece è il prototipo del «telelavoratore». È abituato a lavorare da casa, e non ha orari, il che significa che spesso e volentieri passa le notti in bianco per rispettare una consegna. Vive prevalentemente in pigiama.
I suoi ferri del mestiere sono: computer, pila di dizionari, sedia ergonomica e secchio di caffè.

I 7 comandamenti del traduttore

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1. “Non farai mai errori di ortografia”

Per qualunque traduttore, il fatto di sbagliare anche solo un apostrofo è motivo di enorme vergogna. Il che lo porta irrimediabilmente a essere iper-correttivo anche nei confronti dei non addetti ai lavori! Perdonateci…

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2. “Tradurrai sempre e solo verso la tua lingua madre”

Ahimè, il comandamento meno facile da rispettare! Ovviamente dire che parli tre lingue implica che tu le sappia a menadito e che ne conosci ogni singola parola, frase, espressione, proverbio, modo di dire, ecc. ecc. ecc.

Non è così! Le lingue studiate anche per tutta la vita non potranno mai diventare lingue madri (salvo in alcune rare eccezioni). Ma capita spesso e volentieri di ricevere richieste di traduzioni verso una lingua che non sia la propria. Perdonateci di nuovo se il risultato non sarà soddisfacente al 100%…

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3. “Non lavorerai mai per compensi da fame”

Vi piacerebbe lavorare otto/dieci/dodici ore al giorno per poi avere come compenso una pacca sulla spalla e “tanti saluti e grazie”? Immagino di no. Anche i traduttori hanno bollette da pagare, figli da sfamare, vacanze da organizzare (un’utopia, ma lasciateci sognare) e auto o case da comprare. Anche noi siamo esseri umani! Non dimenticatelo…

N.B. Vorrei farvi notare uno dei problemi che più distruggono la psiche di un traduttore. Se leggete l’originale nella vignetta, noterete l’espressione “work for peanuts”. La qui presente traduttrice ha passato nientepopodimeno che un’eternità per capire come rendere quell’espressione in italiano senza perdere il SIGNIFICATO originale (letteralmente, “lavorare per noccioline”) e mantenendo il parallelo con l’immagine. State pensando: ma che ce frega? Sappiate che per un traduttore questo ostacolo potrebbe fargli passare una notte insonne.

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4. “Rispetterai sempre le scadenze”

Credetemi, non è facile! Benché tutti pensino che un traduttore lavori IN AUTOMATICO (frase -> traduzione, frase -> traduzione, frase -> traduzione…), il 99% delle volte ci si imbatte in una parola, una frase o un’espressione che sul momento (e anche nelle tre ore successive) non si riesce a tradurre, per quanto il traduttore cerchi e ricerchi. E quando vi mandano un testo dall’oggi al domani, questo sì che è un problema!

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5. “Non tradirai mai il dress code del traduttore freelance”

Ossia: pigiama e babbucce. Nei mesi freddi anche un copertina di pile (per evitare che le dita si congelino sulla tastiera). Il traduttore è un essere solitario e indipendente, poco incline ai cliché della moda moderna.

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6. “Farai sempre uso di strumenti per la gestione del rischio”

“150000 parole, nessun ordine di acquisto, pagamento: 60 giorni dalla data di consegna della traduzione, inviare traduzione a: truffatorenumerouno@hotmail.com, consegna: entro tre giorni”

“Lo consideri fatto”

Ebbene sì, anche i traduttori possono fare brutti incontri. Come in tutti i lavori “in proprio”, il rischio di non essere pagati o di essere orribilmente sfruttati è sempre lì in agguato. Grazie al cielo, esistono le agenzie PROFESSIONALI, che si occupano di agevolare il rapporto traduttore-cliente e di garantire un giusto compenso per il suo lavoro (parliamoci chiaro, non sono angeli custodi… hanno un bel tornaconto!).

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7. “Le tue traduzioni saranno sempre fluide e scorrevoli”

Che tasto dolente. Spesso è come se il Karma si rivoltasse contro i traduttori. Le parole ci sono, la sintassi è perfetta, il registro anche, MA… la frase non scorre bene! Non avete idea di quanto questo possa essere frustrante (soprattutto se sono le due di notte e volete solo farvi una bella dormita). Anche qui penserete: che ce frega? Purtroppo, per noi è fondamentale come l’acqua per la vita.

Immagini: Translator Fun

Quanto può essere pignolo un traduttore?

Fra traduttori…

  • Scusa, potresti dare un’occhiata a questa frase? Si legge bene secondo te? Ho tantissimi dubbi!
  • [leggendo una frase breve, semplicissima e CORRETTA] Nel complesso sì… anche se questa parola forse è un po’ fuori registro… il testo è piuttosto informale.
  • La senti alta? No, anzi, io la sento un po’ troppo regionale forse…
  • E poi qui si è creata quasi una rima interna.
  • Lo so, ma se poi cambio questa parola mi perdo il rimando intertestuale.
  • Oh, no, hai ragione! Non c’è via d’uscita. E poi ora che la rileggo bene questo mi suona anche come un calco.
  • Oddio, non l’avevo notato! Ho fatto un disastro, lo sapevo!

Se vi è capitato di ascoltare una conversazione del genere, non preoccupatevi, si tratta di un normale scambio di idee fra traduttori. In particolari situazioni (di stress) la loro pignoleria e la paura per gli errori/orrori linguistici può raggiungere livelli inimmaginabili.

Ecco quali sono i fantasmi che perseguitano i traduttori.

  1. Un’espressione fuori registro: una parola non può essere tradotta con un’altra che abbia un registro più alto o più basso rispetto all’originale e al tipo di testo che si sta traducendo. Ma a volte una parola che in una lingua è usata comunemente potrebbe avere come “equivalente” in un’altra una parola che è di registro più alto. I problemi sorgono, poi, quando due o più traduttori originari di regioni d’Italia diverse si confrontano: alcune espressioni sono percepite come più alte in certe zone piuttosto che in altre e potrebbero andare avanti a discutere per ore!
  2. La rima interna e in generale, altre forme di cacofonia: è opportuno che in una frase non ci siano parole, per esempio, che facciano rima tra loro, o che contengano le stesse consonanti o qualsiasi tipo di suono simile e fastidioso. Per contro, se ci sono dei rimandi interni (es. una parola è ripetuta volutamente o è usata perché ha un’accezione particolare) questi vanno mantenuti. Il traduttore deve essere in grado di mettere insieme i vari “pezzi” per ottenere l’equilibrio perfetto!
  3. Il calco: eccolo. Il peggior nemico del traduttore. Calco significa che una parola/espressione o la struttura di una frase ricalcano esattamente quella della lingua straniera. Si originano però parole o frasi che sono percepite come “strane” e inusuali, perché sono chiaramente strutture straniere e poco comuni. Il traduttore tende a essere ossessionato dai calchi, vede minacce di calco ovunque. Succede spesso che col passare del tempo un calco sia così diffuso da entrare a far parte nell’uso comune di una lingua: ma un traduttore questo non lo accetterà mai!

Come far innervosire un traduttore o un interprete

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In tribunale.
“Sono una persona pacifica, ma l’attore ha scambiato la traduzione per l’interpretariato, quindi…”
“Ma non sono sinonimi?”

In prigione.
“Ho detto cose poco carine al giudice perché ha confuso i traduttori con gli interpreti”
“Ah sei un interprete? Puoi interpretare i miei sogni?”

In ospedale.
“Sono un traduttore e quando il mio compagno di cella ha detto…”
“Oh, un traduttore. Lavori in una di quelle cabine alle Nazioni Unite?”

Immagine: mox.ingenierotraductor

Tu che sei un traduttore… mi traduci *parola* in *lingua*?

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Mi rendo conto che da un professionista ci si aspetta che conosca alla perfezione la propria materia, ma questo non vi autorizza a trattare i traduttori come dizionari ambulanti. Non giudicateli male se non vi sapranno dare una soluzione così su due piedi.

In primo luogo i traduttori sono persone (umane!) che, sì, conoscono un’altra lingua e un’altra cultura, ma non sono onniscienti. Anche voi parlate una lingua, eppure nessuno si aspetta che vi siate ingoiati un dizionario: quante volte siete incappati in parole della vostra lingua madre di cui non conoscete il significato?

In secondo luogo spesso si sottovaluta la complessità di una lingua naturale.  Per questo diffidate da chi ha la risposta pronta: un traduttore che si rispetti vi chiederà di dargli almeno una frase, di fare qualche esempio, di fornirgli il contesto…

Una lingua è composta da diversi sottolinguaggi e varia a seconda della situazione comunicativa e del contesto in cui è inserito il messaggio. La traduzione non si occupa di “parole” ma  di “significati”, e una parola estrapolata dal suo contesto non ha significato: è come una valigia senza contenuto. Pensate a quante parole polisemiche, cioè con più di un significato, esistono in italiano… Vi faccio un esempio: se chiediamo un espresso dal tabacchiere ci danno un francobollo, al bar ci danno un caffè, in stazione ci indicano un binario. Le cose si complicano quando si passa a un’altra lingua, perché le lingue non hanno la stessa forma e i diversi significati delle parole non corrispondono. Pensiamo alla parola nipote. In italiano questa parola può indicare “il figlio (o la figlia) del figlio (o della figlia)”, oppure “il figlio (o la figlia) del fratello (o della sorella)”. Bisogna pertanto avere molte più informazioni per dare la giusta interpretazione dei rapporti famigliari e scegliere il traducente corretto. Il sintomo più evidente della differenza tra le lingue è l’esistenza di parole intraducibili. Una delle preferite dai traduttori è la parola tedesca Wanderlust, che indica l’irresistibile desiderio di partire, vedere posti nuovi e vivere l’emozione di essere stranieri…

Quindi abbiate cura dei vostri traduttori: non sono macchine senza cuore! Ricordate di dargli sempre un contesto e non scandalizzatevi se si prenderanno del tempo prima di rispondervi. Se gli mettete fretta, forse vi daranno due o tre soluzioni che lì per lì riterranno approssimative. Ma potete stare certi che continueranno a pensarci: sotto la doccia, mentre fanno spesa, perfino mentre dormono. Non smetteranno finché non troveranno una soluzione che li soddisfi di più. Ecco perché non sono semplici dizionari.

Come dite, paranoici? Forse un pochino…

Si può vivere di traduzioni!

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– Che lavoro fai?

– Il traduttore.

– Ah. Quindi è un lavoro? Cioè, ti pagano per tradurre?

– …

Dunque, chiariamo subito una cosa. Ogni lavoro per essere definito tale deve essere pagato. Ovviamente, potremmo discutere giorni e giorni sulla giusta retribuzione che meriterebbe ciascun lavoro, ma alla fine volerebbero gli insulti, perciò lasciamo stare. Il principio di base è uguale per tutti: io ti offro un servizio (che mi costa ore, se non giorni del mio tempo vitale) e tu mi paghi in modo adeguato (utopia delle utopie).

Che ci crediate o no, il traduttore è una persona che offre un servizio! E perciò, quel servizio deve essere retribuito. Così come un normale impiegato sta per otto ore in ufficio, un traduttore sta per otto ore (molto spesso anche di più) davanti al computer per poter consegnare il giorno seguente una traduzione di proporzioni epiche, probabilmente commissionata il giorno prima o addirittura il giorno stesso. La differenza sta nel fatto che il traduttore non è pagato “a ore”, ma a cartelle. Questa strana parola aliena indica una porzione di testo conteggiata in base ai singoli caratteri che la compongono (includendo ovviamente anche gli spazi, altrimenti nonsarebbemoltocomodoleggerlacosì). Il conteggio varia lievemente a seconda del tipo di testo in questione (tecnico, editoriale, narrativo, ecc.), ma di norma per cartella standard si intende un testo composto da 1500 caratteri, spazi inclusi. Per dare un’idea, 1500 caratteri corrispondono spesso a circa tre quarti di una pagina di un documento di Word (scritto tutto di seguito). Se per esempio un testo conta 6000 caratteri, si parlerà di una traduzione di quattro cartelle. Chiara la logica?

Passiamo ora al tasto dolente delle tariffe a cartella. Secondo il tariffometro (la Bibbia dei traduttori), una traduzione coi controattributi, che si rispetti, deve essere retribuita tra i 20 e i 30 euro a cartella. Penserete “30 euro per neanche una pagina intera?!”, ebbene sì! Tradurre un testo in modo ACCETTABILE implica procedimenti, conoscenze e un lavoro di ricerca che farebbero invidia a qualunque tecnico. Se pensate che per tradurre una frase basti cercare le parole sul dizionario, siete proprio fuori strada! Ogni testo ha un’anima di significato che il traduttore deve comprendere in ogni minimo dettaglio per poterla rendere in un’altra lingua. Stendiamo un velo pietoso su cui vi dice “Tranquillo, te la faccio io! Tanto l’inglese lo so”, perché una traduzione fatta in quest’ottica non potrà mai essere considerata come tale.

Ora, piccolo quiz. Dovete far tradurre, dall’inglese all’italiano, un documento finanziario di, poniamo, sei cartelle e vi rivolgete a un traduttore professionista, il quale vi fa un preventivo di 120 euro (tariffa minima accettabile). Poi però incontrate un vostro amico, che in questo momento studia alla Bocconi e ha dato qualche esame in inglese durante la sua carriera universitaria, e lui vi dice “Ma sei matto? Te la faccio io per 50 euro”. Dunque, a chi date il documento da tradurre? Ovviamente al vostro amico. Ci risparmiate, siete in confidenza e magari vi fa pure uno sconticino alla fine. Ma non pensate nemmeno per un attimo che in questo modo quel testo perderà buona parte della sua essenza e non vi sarà più utile a niente. E che alla fine tornerete dal traduttore per chiedergli di TRADURLO a tutti gli effetti.

Questo era solo un piccolo esempio del modo di pensare comune sulle traduzioni. Ci sarebbero altri mille esempi da presentare. È una questione di QUALITÀ pura e semplice. Come se riparaste un tubo con dello scotch per non chiamare l’idraulico, ma poi dopo una settimana doveste chiamarlo comunque, perché nel frattempo il tubo è esploso! Stesso ragionamento.

Traduzione vs facoltà di lingue

  • Vai all’università? E cosa studi?
  • Studio traduzione.
  • Ah. Cioè lingue in pratica?

 

Forse pochi sanno quante mosse sbagliate si possono fare affrontando una conversazione con un traduttore. Sì, i traduttori sono piuttosto permalosi quando si tratta del loro lavoro, e quando qualcuno sottovaluta quello che fanno sono pervasi da un moto di rabbia, prima, e dallo sconforto, dopo.

Siate cauti quando parlate con un traduttore! Ed ecco l’errore numero uno: studiare traduzione e studiare lingue non è la stessa cosa.

È ovvio che chi studia traduzione conosce o ha studiato una o più lingue straniere, ma imparare a tradurre non significa imparare una lingua straniera. O, viceversa, imparare una lingua straniera non significa necessariamente imparare a tradurre.

Ebbene sì, imparare a tradurre vuol dire acquisire ALTRE abilità, e alcune di queste non hanno niente a che vedere con le lingue straniere (es. saper gestire diversi linguaggi/registri dell’italiano o persino imparare a svolgere ricerche mirate e selettive in internet).