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Quanto può essere pignolo un traduttore?

Fra traduttori…

  • Scusa, potresti dare un’occhiata a questa frase? Si legge bene secondo te? Ho tantissimi dubbi!
  • [leggendo una frase breve, semplicissima e CORRETTA] Nel complesso sì… anche se questa parola forse è un po’ fuori registro… il testo è piuttosto informale.
  • La senti alta? No, anzi, io la sento un po’ troppo regionale forse…
  • E poi qui si è creata quasi una rima interna.
  • Lo so, ma se poi cambio questa parola mi perdo il rimando intertestuale.
  • Oh, no, hai ragione! Non c’è via d’uscita. E poi ora che la rileggo bene questo mi suona anche come un calco.
  • Oddio, non l’avevo notato! Ho fatto un disastro, lo sapevo!

Se vi è capitato di ascoltare una conversazione del genere, non preoccupatevi, si tratta di un normale scambio di idee fra traduttori. In particolari situazioni (di stress) la loro pignoleria e la paura per gli errori/orrori linguistici può raggiungere livelli inimmaginabili.

Ecco quali sono i fantasmi che perseguitano i traduttori.

  1. Un’espressione fuori registro: una parola non può essere tradotta con un’altra che abbia un registro più alto o più basso rispetto all’originale e al tipo di testo che si sta traducendo. Ma a volte una parola che in una lingua è usata comunemente potrebbe avere come “equivalente” in un’altra una parola che è di registro più alto. I problemi sorgono, poi, quando due o più traduttori originari di regioni d’Italia diverse si confrontano: alcune espressioni sono percepite come più alte in certe zone piuttosto che in altre e potrebbero andare avanti a discutere per ore!
  2. La rima interna e in generale, altre forme di cacofonia: è opportuno che in una frase non ci siano parole, per esempio, che facciano rima tra loro, o che contengano le stesse consonanti o qualsiasi tipo di suono simile e fastidioso. Per contro, se ci sono dei rimandi interni (es. una parola è ripetuta volutamente o è usata perché ha un’accezione particolare) questi vanno mantenuti. Il traduttore deve essere in grado di mettere insieme i vari “pezzi” per ottenere l’equilibrio perfetto!
  3. Il calco: eccolo. Il peggior nemico del traduttore. Calco significa che una parola/espressione o la struttura di una frase ricalcano esattamente quella della lingua straniera. Si originano però parole o frasi che sono percepite come “strane” e inusuali, perché sono chiaramente strutture straniere e poco comuni. Il traduttore tende a essere ossessionato dai calchi, vede minacce di calco ovunque. Succede spesso che col passare del tempo un calco sia così diffuso da entrare a far parte nell’uso comune di una lingua: ma un traduttore questo non lo accetterà mai!